Il Taccuino

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Quando decidi di riaprire l’album dei ricordi devi essere pronto a tutto… vieni risucchiato nel passato di dieci, quindici anni prima, rivedi i luoghi che hanno accolto le tue storie assurde e rincontri le persone, quelle che hanno attraversato la tua vita in quegli anni speciali.

Quelle incredibili emozioni

Ed eccolo… piano piano senti che si forma un nodo in gola, all’inizio lieve, impercettibile, e man mano che fai scorrere le immagini,  si fa più denso, lo senti in tutto il petto, senti di nuovo tutte quelle incredibili emozioni legate alle persone a cui hai voluto bene, con cui hai condiviso un momento speciale, una risata, un bacio, un’amicizia.

La casina in rue Pierre Blanc

Nello spazio-tempo di un istante mi ritrovo catapultata in quella città, Lione, in quel quartiere, la Croix-Rousse, in quella casa, la mia casina di rue Pierre Blanc. Era un appartamento piccolo ma con un grande carattere. Il carattere ereditato dalla storia dei suoi antichi abitanti, i canut, cioè i tessitori di seta che nel 1800, in seguito alla rivoluzione industriale lionese, popolarono in massa il sobborgo della Croix-Rousse. Soffitti molto alti e rinforzati con grandi travi di quercia, per poter ospitare i telai Jacquard, ampie finestre per poter sfruttare al massimo la luce, e un soppalco in cui vivevano i canut insieme alle loro famiglie. A questa antica struttura perfettamente conservata era stato solo aggiunto del mobilio moderno e una toilette chimica nascosta in un armadio. La vasca e il lavandino erano sul soppalco, proprio accanto al letto. La casa ideale per i miei anni da bohémienne.

Quelle serate che non finivano…

Beh in quel minuscolo monolocale io non solo ci vivevo ma ci organizzavo anche delle feste. La maggior parte delle foto che conservo di quegli anni, sono state scattate durante delle feste organizzate in casa. In Francia si usa molto ritrovarsi fra amici in casa, per chiacchierare, bere, mangiare insieme e a volte anche ballare. La casa è un luogo intimo e caldo che avvicina le persone molto più di un locale alla moda. Mi mancano un sacco quelle serate dove ti sentivi in famiglia, protetto, e dove con un bicchiere in più riuscivi finalmente a baciare quel ragazzo che ti piaceva da tanto. A volte si decideva persino di non farle finire affatto quelle serate, e si rimaneva sul divano a guardare film francesi tutta la notte ed anche il giorno seguente. Nascono amori in quelle serate ma soprattutto amicizie che rimangono per sempre, a volte solo nel cuore, altre anche nella vita.

Tante vite, tante storie

Decidere di vivere altrove da dove si è nati e cresciuti, ti regala questo di impagabile e irripetibile, ti regala le persone che incontri, le loro storie, i loro cuori. Quando vivi all’estero, non so perché, l’esperienza dell’incontro con l’altro è amplificata. Spesso sono persone di altre nazionalità che come te hanno sentito quell’anelito, quel bisogno di andare oltre il conosciuto, e questo piccolo terreno in comune è sufficiente per intendersi anche parlando lingue diverse. Ognuno di loro ha una storia da raccontarti, la storia o il sogno che li ha portati fin lì.

Sandro ad esempio arrivava dalla Svezia, suonava la chitarra, componeva canzoni e coltivava il sogno di diventare un cantante. Richard si era trasferito da Liverpool per seguire un amore francese, ma più lui provava ad avvicinarsi, più lei si allontanava, trasportata dal lavoro in un altra città. Juan giovanissimo aveva lasciato la sua famiglia in Colombia per costruirsi un avvenire in Europa, lontano da un paese natio amato ma pieno di contraddizioni e problemi. Riccardo invece era venuto a Lione per uno scambio universitario, e da allora non era più tornato, perché aveva capito che in Francia poteva sperare in una carriera universitaria, mentre in Italia no. Sara invece era venuta da Roma apposta per studiare il francese perché il suo sogno era lavorare in progetti umanitari in Africa.

Ogni persona è stato un regalo, un tassello che ho aggiunto alla mia vita, perché confrontandomi con chi che era diverso da me, ho potuto riconoscere me stessa. Auguro a tutti i miei lettori un viaggio, o magari anche un pezzo di vita, “altrove”. Un meraviglioso ignoto altrove in cui scoprire con stupore se stessi.

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